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  • Andrea Ottaviano dà la “caccia” al ranger disperso Thomas J. Peretich

    Andrea Ottaviano dà la “caccia” al ranger disperso Thomas J. Peretich.

    Il giovane studioso di Venafro, ma originario di Agnone, guiderà una delegazione Usa sul monte Sammucro. Tutto è iniziato con il ritrovamento di un piastrino militare.

    “Pfc Thomas J Peretich 3rd Ranger Battalion, US ARMY”. E’ l’iscrizione incisa sul piastrino di riconoscimento appartenente al soldato statunitense Thomas J. Peretich di Pittsburgh, Pennsylvania, rivenuto sul monte Sammucro di Venafro dal “cacciatore” di tesori e cimeli della Seconda guerra mondiale Andrea Ottaviano, venafrano ma originario di Agnone.

    L’Eco ha contattato il giovane “cacciatore” di reperti bellici per una intervista sulla sua eccezionale scoperta.

    Andrea, allora raccontaci, dove hai trovato quel piastrino militare?

    «Sono un appassionato di storia e amo cercare reperti della Seconda guerra mondiale. Nella zona del Vanafrano era attiva la Winter Line e i monti circostanti sono stato teatro di diverse battaglie. Proprio sul monte Sammucro, nei pressi di un profondo crepaccio, a fine agosto ho trovato quel piastrino, grazie al mio metal detector».

    E cosa ne hai fatto del piastrino?

    «Ho iniziato una attività di ricerca storica tentando di ricostruire le vicende legate a quel militare del III battaglione Ranger. Ho scoperto che quel soldato è rimasto ucciso durante la battaglia contro i tedeschi asserragliati sul monte Sammucro a oltre 950 metri di altitudine, avvenuta l’8 dicembre del ’43. Quel ragazzo di ventuno anni si era arruolato esattamente un anno prima. Si tratta di un soldato M.I.A., ovvero missing in action, disperso in azione; è stato ucciso sul monte, ma il suo corpo risulta disperso. Fu insignito di due onorificenze: la Purple Heart e la Bronze Star. Prima di arrivare in questa zona era stato in Africa, precisamente in Marocco, dove nel 1943, fu costituito il suo battaglione, formato da volontari, ed in Sicilia. Attraverso la lettura dei quotidiani americani dell’epoca ho scoperto, nell’edizione del 13 gennaio del ’44, un articolo sulla morte di quel militare. E ho accertato che risulta ancora tra i dispersi».

    Disperso, dunque, come tanti suoi commilitoni venuti in Europa a combattere i nazisti e ad impedire che l’Italia divenisse una paese ad influenza sovietica. 

    «Sì. Il suo nome è inciso nel marmo presso il sacrario militare di Nettuno, ma il corpo non è mai stato trovato e presumibilmente è ancora su quel monte, forse precipitato nel crepaccio».

    E poi, come è andata avanti la storia del piastrino?

    «Nel corso di una rievocazione storica delle battaglie del conflitto mondiale a San Pietro Infine ho avuto modo di conoscere un colonnello dell’esercito Usa in forza presso l’ambasciata statunitense in Italia. Quell’ufficiale ha ascoltato la mia storia e ha fatto delle verifiche. Tempo fa mi ha ricontattato annunciandomi che in aprile una delegazione di esperti dagli Usa verrà qui a Venafro per aiutarmi nelle ricerche del corpo del ranger. Contiamo di trovare i resti della sua uniforme o magari la sua arma d’ordinanza».

    Insomma, la caccia continua e a guidarla sarà proprio lui, Andrea Ottaviano, il cacciatore di reperti della Seconda guerra mondiale.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

     

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