I Molisani troppo intenti a leggere gli articoli sulla loro bella Regione su quotidiani e riviste, anche internazionali, che si sono dimenticati di andare a votare. Solo la metà degli aventi diritto si è recato alle urne ed in maggioranza hanno deciso di spegnere i riflettori. Troppa fatica essere sulla bocca di tutti, dieci giorni possono bastare, si torna nell’oblio mediatico. L’unico modo per continuare ad esistere sarebbe stato quello di diventare la prima regione a 5 Stelle con le telecamere di tutto il mondo che si sarebbero riversate nell’Ohio italiano. Sarebbe stata una regione laboratorio da dove sarebbe potuto partire un nuovo rinascimento, una sorta di breccia di Porta Pia per tutta l’Italia. Niente, meglio la restaurazione, la rivoluzione comporta sacrifici. Un gruppetto di volenterosi ha provato a combattere contro un esercito di 180 soldati. Nelle elezioni locali non si può vivere di luce riflessa dai leader nazionali. Se non c’è il ballottaggio bisogna unirsi con liste civiche altrimenti non c’è partita, la spocchia di andare da soli non paga. E adesso? Una vera battaglia da fare, con i cugini pentastellati abruzzesi, sarebbe quella di provare a tagliare il filo spinato che separa Abruzzo e Molise. Provare a portare all’ordine del giorno la riunificazione degli ABRUZZI, una vera speranza di cambiamento e di riscatto per tutti. Battaglia che i vecchi notabili degli altri schieramenti osteggerebbero con tutte le loro forze. In tutto questo il centrosinistra che fa? Semplicemente continua a non esistere, come il Molise da domani mattina.
Enzo Fangio
consiglieri comunale di Castiglione Messer Marino