«Per l’anno 2019, nelle more della formazione-abilitazione degli operatori abilitati al rilevamento biometrico, da realizzarsi entro il 30 maggio 2019, i rilievi biometrici possono essere effettuati anche dai selecontrollori-selecacciatori ammessi al prelievo con l’ausilio del responsabile di settore o di un vice responsabile».
Così recita l’articolo 56 del nuovo disciplinare per la caccia di selezione al cinghiale stilato dalla Regione Abruzzo e comunicato agli Atc in questi giorni. Un documento contestato sin dall’inizio perché non concertato con le associazioni venatorie.
I rilevamenti biometrici di cui parla il disciplinare, consistono in alcuni semplici dati da inserire nell’apposito riquadro della scheda di abbattimento: sesso del capo abbattuto, classe di età, peso pieno, peso eviscerato, lunghezza garretto e la stima dell’età dall’esame della dentatura della mandibola. In caso di cinghiale femmina bisogna anche aggiungere se è gravida ed eventualmente di quanti feti. Per riempire quel riquadro non serve dunque un veterinario, né un esperto di fauna selvatica, ma basta prendere un metro, una penna e una tavola dentaria e il gioco è fatto, in pochi secondi si hanno i dati che serviranno poi all’Ispra. Ci riuscirebbe e ci riesce anche un bambino, se figlio di cacciatore. Però la Regione Abruzzo ha previsto, nel contestato disciplinare, un ulteriore corso per diventare, dopo aver seguito le lezioni e superato un esame finale, “operatori abilitati al rilevamento biometrico”. Bisogna fare un corso specifico, un altro corso dopo i corsi per l’esame di caccia, l’esame di caccia di selezione e il corso di cacciatore formato, per essere un grado di misurare un garretto o il peso di un cinghiale? Secondo le associazioni venatorie si tratta solo dell’ennesimo espediente per spillare soldi ai cacciatori a vantaggio di chi quei corsi li organizza, ottenendo tra l’altro, come effetto, che anche i cacciatori di selezione più collaborativi cominciano a stancarsi di tutte le clausole vessatorie imposte dalla Regione Abruzzo.
Francesco Bottone
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