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  • Aree interne e sviluppo locale, convegno a Vastogirardi

    VASTOGIRARDI. “Aree interne e sviluppo locale” è il tema del seminario di studi promosso dal Movimento Cristiano Lavoratori del Molise, dal Comune di Vastogirardi, dalla Diocesi di Trivento con il patrocinio della Regione Molise. Oggi pomeriggio alle ore 16.00  nell’aula consiliare del Comune di Vastogirardi si confronteranno, tra gli altri, Luigi Fantini, presidente del circolo MCL di Isernia, Giuseppe Giarrusso, direttore Dipartimento politiche del territorio della Regione Molise, Antonio Di Matteo, vice presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori MCL, Donato Toma, Presidente della Regione Molise, e  Monsignor  Claudio Palumbo, vescovo Diocesi di Trivento. Coordinerà i lavori, Andrea Di Lucente,

    L’evento sarà una prima occasione di confronto tra Istituzioni, corpi intermedi e rappresentati della società civile per avviare una riflessione per lo sviluppo delle aree interne del Molise. Sono necessari interventi strutturali anche per evitare lo spopolamento di questi territori. Secondo l’ultimo rapporto Svimez le condizioni  economiche del Mezzogiorno sono  piuttosto preoccupanti. Negli ultimi 15 anni c’è stato un aumento dei giovani del Sud emigrati verso il Centro-Nord e all’estero: nell’anno accademico 2016-2017, i giovani del Sud iscritti all’università sono circa 685 mila circa, di questi il 25,6%, studia in un ateneo del Centro-Nord. Nello stesso anno accademico il movimento “migratorio” per studio ha interessato, quindi, circa il 30% dell’intera popolazione rimasta a studiare in atenei meridionali. Ciò, secondo la Svimez, comporta, oltre alla perdita di capitale umano, una minore spesa per consumi privati, in diminuzione al Sud, e una minore spesa per istruzione universitaria da parte della Pubblica amministrazione. Ma non emigrano solo i giovani: le perdite di popolazione più rilevanti si registrano proprio nelle regioni meridionali, con meno 146 mila abitanti trasferitisi dal Sud solo nel biennio 2016-2017, come se fosse sparita una città meridionale di medie dimensioni tipo Foggia o Salerno. Negli ultimi 16 anni hanno lasciato il Mezzogiorno 1 milione e 883 mila residenti, pari a due volte la popolazione di Napoli: la metà giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati, il 16% dei quali si è trasferito all’estero. E quasi 800 mila non sono tornati. E secondo le previsioni Istat e Svimez si delinea per i prossimi 50 anni un percorso di forte riduzione della popolazione, in particolare nel Mezzogiorno, che perderà 5 milioni di abitanti, molto più che nel resto del Paese, dove la perdita sarà contenuta a un milione e mezzo.

     

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