Le associazioni venatorie riconosciute e il CNCN, a seguito della positiva ordinanza del Presidente Giani per lo svolgimento dell’attività venatoria nell’ATC di residenza, si rivolgono ai Governatori di Lombardia, Calabria, Campania, Basilicata, Piemonte e Valle d’Aosta per chiedere urgentemente l’adozione di provvedimenti similari.
Il mondo venatorio rappresentato dalle Associazioni Riconosciute (Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, ANUUMigratoristi, Italcaccia, Ente Produttori Selvaggina) ha appreso nelle ultime ore con soddisfazione dell’ordinanza del Presidente della Regione Toscana Giani che, a seguito del ritorno in
zona arancione della Toscana a partire dal 6 dicembre, ha autorizzato la possibilità per i cacciatori di esercitare l’attività venatoria non solo sul territorio del proprio comune di residenza, ma all’interno dell’ATC di residenza venatoria e delle aziende faunistico venatorie e altri istituti al di fuori del proprio comune di residenza o domicilio. Anche la Provincia Autonoma di Bolzano, con una recente decisione, ha ripristinato la libertà di movimento all’interno dei confini provinciali, ammettendo di fatto tutte le forme di caccia.
Le Associazioni della Cabina di regia, che da settimane stanno sollecitando senza sosta Governo e Regioni sul tema, nel ringraziare il Governatore della Regione Toscana per il provvedimento che è in linea con quanto sostenuto da parte del mondo venatorio, informano di aver scritto immediatamente una lettera ai Governatori delle restanti Regioni in zona arancione (Lombardia, Calabria, Campania, Basilicata, Piemonte e Valle d’Aosta) per chiedere l’adozione di ordinanze di simile natura che diano la possibilità ai cacciatori residenti in zone urbanizzate di praticare la loro passione con pari dignità dei corregionali che magari abitano in comuni con ampi spazi liberi.
Applicare il concetto di residenza venatoria piuttosto che quello di residenza anagrafica significa affermare un principio che salvaguarda tutte le forme di caccia, rendendole possibili oltre il confine comunale e non solo come strumento di mera regolazione delle popolazioni faunistiche con forte impatto sull’agricoltura.
La Cabina di regia si attende pertanto, dopo l’ordinanza della regione Toscana, una medesima tempestiva disponibilità di risposta da parte degli altri Governatori delle regioni in zona arancione.