Ci sono momenti in cui una città si guarda allo specchio e si accorge che qualcosa sta davvero cambiando. Non servono proclami né grandi annunci: basta entrare nella sala Ofs del convento dei Cappuccini, ascoltare le prove o scorrere la lista dei partecipanti per capire che quest’anno ad Agnone i giovani hanno deciso di prendersi la scena. Il “Canto di Natale”, in programma venerdì 12 dicembre alle ore 21.30, non è soltanto un evento culturale. È la dimostrazione concreta di come una comunità riesca a muoversi quando decide di mettere al centro la creatività e l’energia delle nuove generazioni. Organizzato dai Giovani Agnonesi in collaborazione con la parrocchia di Maria SS.ma di Costantinopoli, la Pro loco e con il patrocinio del Comune di Agnone, lo spettacolo promette di essere una delle manifestazioni più partecipate della storia recente del territorio. I numeri parlano chiaro: il teatro rischia di non bastare per accogliere il pubblico. Oltre 110, tra ragazzi, tecnici e addetti ai lavori coinvolti. Ma più dei numeri, a colpire è la dimensione umana e collettiva del progetto.

Così, nella sala ‘Paola Cerimele’ si alterneranno cantanti, musicisti, ballerini, attori, allievi delle scuole di musica e interpreti di ogni età. Ragazzi e ragazze che, per settimane, hanno trascorso pomeriggi e serate in prove, laboratori e incontri per mettere a punto ogni dettaglio. La locandina dello spettacolo sembra un mosaico fitto di nomi: ognuno rappresenta un tassello di una generazione che non si limita a partecipare, ma sceglie di costruire attivamente un’esperienza condivisa. È una gioventù che vuole esserci, imparare, collaborare, dare forma alla propria comunità. Dietro questa mobilitazione c’è un trio che ormai rappresenta un pilastro del movimento giovanile agnonese: Fabio Verdone, Paolo Porrone e Mario Catolino, coadiuvati da una lunga schiera di collaboratori. Verdone, direttore artistico dello spettacolo, ha saputo cucire insieme sensibilità diverse, restituendo un impianto narrativo coerente a una produzione tanto ampia; Porrone ha coordinato la rete organizzativa, gestendo logistica e comunicazione con un metodo che ha trasformato l’entusiasmo in lavoro di squadra. Infine, ma non da ultimo, Catolino, è la figura che accompagna quotidianamente i gruppi, guida le prove, armonizza le performance e crea un clima in cui i ragazzi si sentono valorizzati e ascoltati.

Il risultato è un evento che va ben oltre il tradizionale spettacolo natalizio. È un laboratorio di comunità che riscopre il potere della collaborazione e del talento condiviso. C’è chi canta, chi suona, chi recita, chi si occupa della scenografia o della parte tecnica: ognuno porta un pezzo di sé, e tutti insieme raccontano la stessa storia – quella di una città viva, capace di rigenerarsi attraverso l’energia dei propri giovani. Il “Canto di Natale” diventa così un simbolo, una fotografia dell’Agnone di oggi. Una città dove le associazioni collaborano, dove le parrocchie dialogano con i gruppi giovanili, dove la cultura non è confinata agli eventi istituzionali ma torna a essere strumento di incontro e crescita. È la prova che la fiducia data ai ragazzi non è mai un investimento a perdere, ma un seme che porta frutti. L’appuntamento è per venerdì 12 dicembre. Presenterà la serata Loredana Marcovecchio.