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  • Cento piante di marijuana tra gli uliveti, tre abruzzesi in manette

    Nell’ambito dell’attività di contrasto ai reati in materia di stupefacenti ed a seguito di una mirata attività investigativa, la Squadra Anticrimine del Commissariato di Vasto ha individuato nelle campagne della vicina San Salvo, in un terreno nascosto da numerose colture di uliveti, pescheti e vigneti e circoscritto da un fitto canneto, una vasta coltivazione di canapa indiana.
    Dall’attività investigativa iniziata nel mese di agosto, a seguito di numerose segnalazioni circa la presunta vendita illecita di sostanze stupefacenti, del tipo marijuana, in un negozio, specializzato per la vendita di semi ubicato nel centro di Vasto, emergeva che l’esercizio commerciale era gestito da un pluripregiudicato, identificato per Colombaro Donato che al momento, risultava essere sottoposto all’affidamento in prova ai servizi sociali, anche se la titolare era la sorella di lui.
    Gli operatori decidevano di seguirne i movimenti appurando che, in diverse occasioni, questi era solito recarsi proprio nell’appezzamento di terreno sito nella zona industriale di San Salvo.
    Dopo una serie di servizi di osservazione emergeva che il terreno in questione, intestato ad alcuni parenti dell’uomo, assolutamente ignari dell’attività delittuosa, era utilizzato per la coltivazione di piante di canapa indiana.
    Nelle adiacenze veniva scoperto anche un casolare agricolo dove, nel corso degli appostamenti, erano stati avvistati altri due uomini che sistematicamente si recavano sul posto per accudire la piantagione.
    Poiché il luogo non consentiva di osservare al meglio l’atteggiamento dei rei, gli operatori installavano una telecamera, opportunamente nascosta tra la vegetazione.
    Le immagini successivamente estrapolate immortalavano, in giorni diversi, oltre al COLOMBARO, altri due uomini che, in maniera programmata e costante, irrigavano con cura tutta la piantagione, composta da ben cento piante di marijuana.
    Entrambi gli uomini, identificati per M.N. e F.G., risultavano essere cognati del Colombaro.
    Nel mese di settembre u.s., dopo un’intensa e minuziosa indagine, si procedeva al sequestro preventivo del terreno agricolo, della strumentazione utilizzata per l’essiccazione, il trattamento e la preparazione dello stupefacente destinato allo spaccio, rinvenuta nel casolare utilizzato come laboratorio e pertanto si procedeva alle perquisizioni, su delega dell’A.G, a carico degli indagati.
    Le piante, alte quasi due metri, sequestrate, estirpate e campionate per gli opportuni esami chimici, per un peso complessivo di 300 kg., risultavano essere giunte alla massima crescita e maturazione delle infiorescenze.
    Le analisi di laboratorio effettuate dall’A.R.T.A. dell’Aquila, il cui personale effettuava la campionatura in occasione del sequestro della piantagione, hanno evidenziato un considerevole principio attivo e considerata, sia la qualità che la quantità dello stupefacente, la cessione al dettaglio della sostanza stupefacente avrebbe fruttato circa 50mila dosi, per un valore di circa 400/500mila euro.
    Le piante di marijuana saranno ora destinate alla distruzione.
    I tre sono ritenuti responsabili di illecita coltivazione di sostanze stupefacenti finalizzata al traffico.
    Il Colombaro Donato, di anni 33, pluripregiudicato, per reati specifici inerente la detenzione ai fini di spaccio, nonostante sottoposto alla misura dell’affidamento in prova, continuando a svolgere attività delittuosa è stato tratto in arresto e condotto presso la locale Casa Circondariale.
    Gli altri due rei, incensurati, identificati per M.N., di anni 49 e F.G. di anni 41, sono stati sottoposti alla misura della detenzione domiciliare.-

     

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