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  • Cocaina a domicilio mediante “cavalli” assoldati, cinque arresti in Abruzzo

    Eseguite, nella giornata di ieri, quattro custodie cautelari in carcere ed una ai domiciliari a carico di cinque pescaresi. L’attività investigativa è scaturita da alcuni arresti effettuati dalla Squadra Mobile nei mesi di agosto e novembre 2020, a seguito di indagini antidroga nella zona di Pescara Portanuova riguardanti personaggi della criminalità del quartiere Rancitelli di Pescara, i quali si ritiene che avessero intenzione di espandere la propria zona di spaccio.

    Fin dalle prime fasi dell’indagine, è emerso che uno di loro reperiva la droga che faceva consegnare dai cosiddetti “cavalli”, ovvero fattorini debitamente istruiti. Insieme ad alcuni complici, l’uomo aveva messo in piedi una vera e propria attività di “spaccio itinerante”, mediante la creazione di una ditta (di copertura) di delivery e l’utilizzo dei cosiddetti “cavalli” i quali ricevevano le ordinazioni mediante social media o su un sito internet dedicato, attraverso un linguaggio codificato scoperto dagli acquirenti. Ai “cavalli” sarebbero stati così consegnati quasi quotidianamente circa 30/40 gr. di cocaina già suddivisa in singole dosi, disponendo tariffari precisi e quantitativi minimi per le consegne nelle ore notturne. In questo modo, tra il settembre 2020 e l’aprile 2021, sono stati documentati numerosissimi episodi di cessioni di droga che avvenivano quotidianamente soprattutto nelle zone del centro cittadino, camuffate da consegne di alimenti. L’ attività di spaccio sarebbe quantificabile nello smercio di oltre mezzo chilo di cocaina al mese, destinato principalmente allo spaccio al dettaglio per la cosiddetta “Pescara bene”, come risulta anche dai nominativi di alcuni degli acquirenti identificati nel corso delle indagini.

    L’espediente del delivery, oltre a fungere da copertura ideale per lo spaccio a domicilio, consentiva agli indagati di aggirare anche le più severe restrizioni alla circolazione imposte dalle misure anti Covid-19 nei mesi di lockdown, potendo così espandere la loro clientela costretta a rimanere a casa. Il gruppo, inoltre, non avrebbe esitato a ricorrere a intimidazioni e rappresaglie, sia nei confronti dei clienti per recuperare i propri crediti, sia nei confronti di presunti concorrenti, come dimostrerebbe, tra l’altro, l’avvenuto incendio di un’autovettura, verosimilmente a scopo intimidatorio. Reperite alcune armi da fuoco, come dimostrato dal sequestro della pistola clandestina in cal. 7,65, avvenuto il 31 marzo 2021.In precedenza, nel corso dell’attività d’indagine, erano state tratte in arresto in flagranza di reato altre 4 persone per spaccio di stupefacenti, sottoposto a sequestro penale più di 120 g. di cocaina tutta parcellizzata in singole dosi e 700 g. di hashish nonché la pistola clandestina di cui si è detto. Infine, ad uno degli arresti trovato in possesso delle dosi destinate alla consegna, era stata sequestrata la somma in contanti di 49.000 euro, verosimile provento dell’attività di spaccio.

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