«Quanti caseifici avete qui ad Agnone? Perché non avete ancora un marchio locale? Perché i produttori non sono consorziati tra di loro?». Pier Luigi Bersani, ospite nel corso di un evento elettorale organizzato dal circolo del Pd di Agnone, riesce a spiazzare, con le prime due frasi che mette insieme, la piazza agnonese e gli stessi imprenditori locali.
Viene dall’Emilia Romagna il più volte ministro ed ex segretario del Pd, una terra che ha risollevato il proprio prodotto interno lordo e la propria economia proprio creando consorzi tra produttori e spingendo i prodotti locali, anche e soprattutto quelli nel campo dell’enogastronomia, con la creazioni di marchi e disciplinari. Una ricetta piuttosto semplice, che prevede ovviamente il coinvolgimento delle istituzioni e delle associazioni, quella ipotizzata da Bersani, che in qualche modo è rimasto stupito dal fatto che nonostante la chiara vocazione casearia dell’Alto Molise e di Agnone non ci sia ancora un marchio locale o di zona che valorizzi opportunamente i prodotti.
«Le istituzioni, a partire da quelle locali, devono darsi l’obiettivo di consorziare i produttori. – E quindi ti metti a lavorare in quella direzione: dai incentivi, trovi strumenti e canali. Nella mia regione i Comuni hanno lavorato per questo, per consorziare i produttori, oltre che per assicurare i servizi ovviamente. Perché la Regione non è un governatorato, badate bene, ma una istituzione a servizio della popolazione, il cui primo obiettivo deve essere quello di standardizzare e mettere in rete le esperienze migliori». Copiare da chi lo ha già fatto e lo ha fatto bene, tutto qui, questa è la ricetta presentata da Bersani agli agnonesi.
E dopo l’economia, un passaggio sulla sanità: «Mi pare di capire che il Molise ha una dose doppia del problema nazionale che si chiama sanità pubblica. Stanno tentando di affamare il sistema universalistico della sanità, lasciandolo disorganizzato, per fare in modo che poi il mercato risolva il problema. Hanno già pronte le polizze assicurative per una sanità privata. Bisogna assolutamente reagire a questo progetto di disfacimento del sistema sanitario universalistico. In Molise avete una situazione sanitaria commissariata da quattordici anni, con la Regione stracarica di debiti; non credo sia utile solo spalmare il debito a dieci anni magari, bisogna trovare il modo di liberare dal debito una regione come questa. Tra l’altro vengo a sapere che chi ha amministrato lascia la Regione senza aver approvato il bilancio, ma questi stanno fuori come i balconi».
Altro tema: l’inarrestabile spopolamento delle aree interne. Bersani non ha dubbi: «Si devono fare delle normative speciali. Tipo detassazione totale degli investimenti per le attività economiche, tanto il fisco non tira su niente dai Comuni in spopolamento. E anche sui servizi servono leggi e norme speciali, ad esempio relativamente alla sanità o alla scuola». «Il Molise, per le sue dimensioni, – ha aggiunto Bersani – potrebbe diventare un laboratorio a livello nazionale di buone politiche e buone pratiche. Ma se considerate l’autonomia differenziata una opportunità, tanto vale spararsi, ve lo dico francamente. E’ un suicidio assistito. Aumenteranno le disparità, lo capisce anche un bambino».
Caterina d’Alba