Partirà ufficialmente tra due giorni, venerdì 23 febbraio, la “Scuola dei Piccoli Comuni – Formazione e pratiche per le aree interne“, istituita dal Comune di Castiglione Messer Marino con il supporto di docenti e ricercatori universitari, primo fra tutti Rossano Pazzagli dell’Unimol, e il partenariato di Anci, Uncem, Unpli, Confocooperative, Cai, Slow Food, Avis, Gal Maiella Verde, Spazio 001 e l’istituto comprensivo di Castiglione-Carunchio.
«La Scuola dei Piccoli Comuni, il cui acronimo è SPICCO, – spiegano gli organizzatori – è nata con l’obiettivo di mettere a disposizione di amministratori locali e operatori del territorio facenti capo al mondo associativo, delle professioni e della cultura dei piccoli Comuni, una cassetta degli attrezzi per avviare o implementare processi di rigenerazione sociale ed economica, di mantenimento e sviluppo dei servizi essenziali e di contrasto allo spopolamento delle aree interne». Al primo incontro, che si svolgerà presso l’istituto scolastico di Castiglione dalle ore 14, ci sono già oltre trenta iscritti provenienti dall’Abruzzo, dal Molise e da altre regioni italiane.
Il titolo scelto è “Paesi, comunità e aree interne. Dalla marginalizzazione alla rinascita” e vedrà la partecipazione di Rossano Pazzagli, docente di storia del territorio e dell’ambiente presso l’Università del Molise – nonché direttore della Scuola stessa – e quella del Comune di Fontecchio (Aq), con la sindaca Sabrina Ciancone. Il focus sarà proprio sui piccoli centri delle aree interne, laddove il Comune risulta essere la prima veste istituzionale dei luoghi, centro di erogazione dei servizi di base e strumento di partecipazione e rappresentanza dei cittadini.
«Il paese, infatti – come sostiene il professore Pazzagli – è la comunità, cioè l’insieme delle relazioni e delle funzioni, delle pratiche e dei comportamenti che definiscono l’identità locale». «I Comuni sono tanti, i paesi ancora di più. È da questi, – continua il docente Unimol – specialmente da quelli delle aree interne, che dobbiamo partire per invertire il lungo processo di marginalizzazione che hanno subito a causa del modello di sviluppo contemporaneo, dirompente, ma non ineluttabile». «Per la rinascita delle aree interne non servono ricette, – insiste Pazzagli – ma diffusione di buone pratiche, disseminazione di quei casi che concretamente hanno avviato strategie di rigenerazione».
La lezione frontale sarà seguita da un laboratorio sulle buone pratiche con l’esperienza di Fontecchio, paese in provincia di L’Aquila, dove dopo il terremoto del 2009 il Comune ha puntato sulla “ricostruzione partecipata”, sperimentando metodi comunitari per la tutela del territorio e del paesaggio.
«Sebbene, – come spiega la sindaca Sabrina Ciancone – in fase di ricostruzione, rischi di accentuarsi il divario tra patrimonio immobiliare disponibile, ricostruito con fondi pubblici, e numero di persone abitanti». «Le iniziative di ampliamento delle comunità – continua la sindaca – e di utilizzo sociale degli edifici pubblici e privati si scontra con forme di speculazioni e di “gentrificazione rurale”. La storia di un progetto di coesione sociale e fruizione degli immobili illustra le potenzialità e evidenzia i punti critici della normativa e dell’azione delle amministrazioni locali».
La Scuola dei Piccoli Comuni, per il primo anno, sarà gratuita, ed è ancora possibile iscriversi all’intero corso o ai singoli incontri. Per ulteriori informazioni e iscrizioni www.comune.castiglionemessermarino.ch.it.