«Gli unici coerenti siamo stati noi portavoce del Movimento 5 stelle in Regione e in Parlamento. Appena siamo stati interpellati, coinvolti e chiamati in causa dai cittadini e dalle istituzioni locali, ci siamo sin da subito adoperati per trovare le risorse necessarie, allora quantificate dalla Provincia di Isernia e dalla Regione Molise per commissionare gli studi progettuali e i primi interventi. Dopo di allora il nulla assoluto, solo chiacchiere e passerelle elettorali».
Il commento arriva da Carmela Grippa, già parlamentare del Movimento 5 Stelle, che viene considerata una sorta di “madrina” del viadotto “Longo” che collega l’Alto Molise con l’Alto Vastese. L’ex deputata, vastese di origine, ha preso a cuore, nel corso del suo mandato parlamentare, le sorti del viadotto Sente, grazie anche agli attivisti pentastellati di Castiglione Messer Marino che le sottoposero il “caso” e la delicata questione dell’isolamento territoriale, culturale e soprattutto economico causato dalla chiusura al traffico dell’importante arteria.
Sin dalle prime ore, nel settembre del 2018, l’onorevole Grippa prese contatti con il consigliere regionale di Agnone, Andrea Greco, al fine di concordare un’azione congiunta da portare avanti nelle sedi ministeriali di Roma. E fu proprio Carmela Grippa a trovare e a far tirar fuori, come il famoso coniglio dal cilindro, dall’allora Governo in carica, i primi due milioni di euro stanziati per il ponte sul Sente. Era in via di scrittura il cosiddetto decreto Genova, quello sulle emergenze, approntato in fretta e furia dal Governo subito dopo il crollo del ponte Morandi.
Pare che l’allora Ministro Toninelli avesse fatto notare all’onorevole Grippa che probabilmente la situazione del viadotto tra Castiglione Messer Marino e Belmonte del Sannio non fosse grave a tal punto da giustificare uno stanziamento di fondi pubblici in emergenza. Due settimane prima lo stesso viadotto era stato attraversato da una colonna mobile di mezzi pesanti che trasportavano i massicci componenti delle torri eoliche; una sollecitazione importante alla quale, ovviamente, il ponte aveva retto benissimo.
Le stesse cronache parlamentari del tempo raccontano che la Grippa, al fine di strappare quello che considerava un gesto di attenzione da parte di Roma nei confronti di una terra da sempre abbandonata dalla politica e dalle istituzioni, ribaltò letteralmente qualche scrivania nella sede del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Dopo l’acceso confronto tra Toninelli e l’onorevole Grippa, la stessa tornò in Alto Molise, soddisfatta, ad annunciare l’avvenuto stanziamento di fondi, i famosi due milioni di euro grazie ai quali è stato possibile effettuare le indagini e le verifiche tecniche propedeutiche alla stesura di un progetto di messa in sicurezza dell’intera struttura viaria.
Da allora, come dice la stessa ex parlamentare, «il nulla assoluto, solo chiacchiere e passerelle elettorali». Annunci e spot propagandistici, a soli fini elettorali secondo i più, da parte del vicepremier Matteo Salvini. «L’estate prossima tornerò in Alto Molise per la riapertura al traffico del ponte sul Sente» ha spergiurato il ministro nel corso di un appuntamento elettorale proprio all’imbocco del ponte lato Belmonte. Da allora nessun passo in avanti, nessuna comunicazione ufficiale da parte di Anas, né della Provincia di Isernia, tantomeno dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
I tre corpi istituzionali avrebbero dovuto sottoscrivere, per l’ennesima volta, un accordo che darebbe via libera all’Anas, soggetto attuatore, di effettuare la messa in sicurezza di un’opera pubblica la cui proprietà e gestione resta in capo alla Provincia pentra, ma sotto la supervisione e soprattutto mediante l’utilizzo di liquidità messa a disposizione dal dicastero retto da Matteo Salvini. Una situazione piuttosto complicata, anche in termini di competenze, ma tipicamente italiana, con la burocrazia che, fino ad oggi, ha la meglio sulle necessità di un intero territorio.
Francesco Bottone