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  • Spopolamento, don Conti: «Prima i giovani, ora anche i più maturi senza lavoro vanno via»

    «Carissime sorelle e carissimi fratelli, operaie e operai della G.A.M.,
    unisco la mia voce e la voce della Caritas di Trivento al vostro appello, confidando che esso possa così risuonare con maggiore forza nelle coscienze di chi ha il potere di rispondere concretamente alle vostre
    giuste e oneste richieste».

    Inizia così la lettera di don Alberto Conti, direttore della Caritas diocesana di Trivento, in risposta all’appello lanciato dagli operatori Gam dell’Alto Molise e Alto Vastese che rischiano, tra qualche mese, di perdere il posto di lavoro senza aver maturato i requisiti per ottenere la pensione.

    «Nelle poche righe della vostra lettera, toccate con parole semplici e chiare questioni di fondamentale importanza, che a volte sembrano non essere presenti nelle preoccupazioni di chi avrebbe, e non da adesso, il dovere istituzionale di intervenire ma non lo ha finora fatto con la prontezza e l’ampia visione – si potrebbe anche dire la “visionarietà” – che sarebbero state necessarie.


    Voi ricordate a tutti che la pandemia ha avuto un costo sociale, non solo sanitario, assai pesante; davanti alla devastazione del virus non tutti – come da tempo ammonisce papa Francesco – sono risultati uguali, anche se esso colpisce ugualmente ricchi e poveri. Le disuguaglianze sono aumentate, quelle già esistenti, nel mondo e all’interno dei singoli paesi, hanno prodotto nuove disuguaglianze e miserie, per cui si può ben affermare che la lotta per estirpare il Covid 19 deve essere sanitaria e sociale allo stesso tempo se vogliamo che la “guarigione” guarisca davvero le nostre società malate.


    Ma voi, rivolgendo il vostro appello a noi, che da anni richiamiamo l’attenzione di tutti, persone e istituzioni, al progressivo spopolamento e impoverimento delle nostre terre, ipotizzate uno scenario prossimo che dovrebbe spaventare: voi dite che, dopo la grande fuga dei giovani dai nostri paesi, possa esserci presto una fuga delle persone più mature, di tutti quelli che, perso il lavoro, si trovano in un’età nella quale non trovano altre soluzioni per vivere se non quella di allontanarsi, di seguire le strade già tracciate dai loro figli e dalle loro figlie. Se questo avvenisse, se nessuno avvertisse il pericolo reale, imminente di un grande esodo dei cinquantenni e dei sessantenni – di tutti coloro, cioè, che hanno esperienza di vita e di lavoro ma non trovano chi sappia o voglia utilizzarle qui da noi – sarebbe la fine definitiva delle nostre speranze di creare le condizioni di un nuovo benessere, per modesto che possa
    essere, nella nostra terra.


    Voi ponete dunque una questione cruciale, che riguarda non solo voi e ha perciò un valore essenziale per l’intera comunità. Ma se chi ne ha il potere, se tutti noi troveremo il modo di salvarvi dalla disoccupazione ormai prossima, se tutti insieme sapremo creare, con un grande piano del lavoro, l’opportunità di mettervi al servizio, come chiedete, del “bene comune”, che pure avrebbe bisogno di opere e interventi sociali, noi – ne sono certo – invertiremo la tendenza che ora sembra inarrestabile.
    Carissime sorelle, carissimi fratelli della G.A.M., abbiamo dato notizia del vostro appello al Ministro delle attività produttive, al Presidente della Regione Molise, ai Consiglieri regionali invitandoli a operare con
    sollecitudine e decisione per non deludere le vostre attese. Contate sulla nostra voce, sul nostro impegno perché, cominciando da voi e dalla vostra azienda, si possa aprire una pagina nuova, di speranza, per tutti».

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