“Il Tar, confermando le nostre aspettative, ha riconosciuto la sostanziale validità e la conseguente legittimità dell’impianto generale del calendario venatorio, la cui efficacia, esauriti gli effetti del decreto emesso prima dell’esame delle memorie difensive, è stata pertanto ripristinata, di modo che a partire da sabato 1 ottobre si può andare a caccia in Abruzzo”.
Così l’assessore alle politiche venatorie, Dino Pepe, a commento dell’apertura della caccia.
“Al di là di proclami a mezzo stampa di dubbio fondamento, a fronte delle numerose eccezioni di legittimità sollevate, il TAR ha limitato la sospensione cautelare alla parte del calendario che prolungava il prelievo di tordi e beccaccia oltre il 31 dicembre, e ciò in quanto mancherebbero informazioni sufficienti a giustificarlo. Tutto qui. Qualcuno – osserva Pepe – riteneva e proponeva, in modo illusorio, che qualche trucchetto giuridico-amministrativo, da altri purtroppo posto in essere in passato, avrebbe consentito di salvare una o due giornate di caccia: queste pratiche discutibili, e probabilmente ai limiti della legalità penale e contabile, sono invece il principale motivo delle “particolari attenzioni” che la Regione Abruzzo si è procurata in passato sul fronte della giurisdizione amministrativa. In questa vicenda noi abbiamo preferito seguire le vie della correttezza istituzionale, dimostrando nelle aule giudiziarie di aver operato in conformità a leggi, regolamenti, pareri e quant’altro; così abbiamo potuto garantire ai cacciatori abruzzesi l’apertura unica al 1 ottobre che, voglio ricordare, era la prima opzione che la Regione aveva proposto alla Consulta. Abbiamo garantito anche che il calendario possa concorrere ad esplicare anche funzioni di strumento a presidio di coltivazioni e incolumità pubblica, con le numerose disposizioni che regolano e promuovono il prelievo dei cinghiali, vera e propria calamità immanente in questa fase. Su questa tematica, per inciso, mercoledì scorso, davanti al Prefetto di Chieti ed accogliendo il condivisibile appello dei numerosi sindaci presenti che avevano proposto urgenti ordinanze di abbattimento, abbiamo presentato un Piano d’azione elaborato in tempi brevissimi i cui obiettivi e interventi hanno avuto il consenso unanime di tutti i presenti. Le azioni che metteremo in campo a partire da una sollecita modifica del Regolamento regionale per la gestione degli ungulati hanno un ambizioso obiettivo: il ripristino della caccia con le squadre nelle aree prevalentemente agricole, con presenza di abitazioni e viabilità, dove la presenza anche di pochi animali è ingombrante perché provoca danni e incidenti. Quanto a tordi e beccacce – aggiunge Pepe – il principio di cautela invocato dal TAR (su cui qualcuno potrebbe dissentire tecnicamente, ma è una sentenza e va rispettata) deve guidare i nostri passi successivi: dobbiamo rafforzare le capacità di monitoraggio di queste ed altre specie, ed è ciò che tra l’altro ci accingiamo a fare proprio sulla base di una prescrizione del calendario in questione. La raccolta e l’elaborazione dei dati tecnico-scientifici consentirà – conclude l’assessore – di supportare maggiormente la nostra pianificazione venatoria rendendola aggiornata e inattaccabile ad altri ricorsi”.