La candidatura della transumanza come patrimonio immateriale dell’Unesco è un passo importante che va accompagnato da un impegno concreto per salvare i pastori in Italia, un settore che conta su 60mila allevamenti per un patrimonio 7,2 milioni pecore.
E’ quanto afferma la Coldiretti Abruzzo in riferimento alla presentazione della candidatura transnazionale de “La Transumanza” come patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco da parte dell’Italia come capofila insieme alla Grecia e all’Austria.
«Occorre garantire – sottolinea la Coldiretti – un equo compenso al lavoro dei pastori oggi minacciato dai bassi prezzi pagati per latte e carne anche per effetto delle importazioni di bassa qualità dall’estero ma anche salvare i greggi di pecore che stanno subendo una vera e propria strage per gli attacchi dei lupi, con il rischio concreto dell’abbandono e dello spopolamento. Ma anche i cittadini – continua la Coldiretti – possono fare la propria parte portando a tavola a partire dalla Pasqua i formaggi di latte di pecora nazionale e la carne di agnello italiana compresa quella delle aree colpite dal sisma di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo dove la pastorizia è fortemente presente».
«L’agnello è una presenza antica della tradizione gastronomica italiana, come dimostrano anche i piatti della transumanza tramandati da secoli, basti pensare in Abruzzo all’immancabile e apprezzato agnello cacio e ova – dice Coldiretti Abruzzo – con l’effetto di consentire la sopravvivenza di un mestiere antico ricco di tradizione che permette la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversità del territorio».