«Purtroppo se non si rispettano le regole nella vita quotidiana, puoi chiudere tutte le scuole che vuoi, che il covid non lo riesci a sconfiggere». E’ il commento di una agnonese, lasciato sui social sotto uno dei nostri articoli, in riferimento alle iniziative dell’amministrazione comunale finalizzate a limitare la circolazione del virus.
In seguito all’impennata di casi di positività al covid registrata nei giorni scorsi, il sindaco, sentite le Forze dell’ordine, ha firmato due ordinanze per “blindare” e proteggere la cittadinanza. Piazze, parchi, scuole e strade chiuse, interdette all’uso, al fine di vietare assembramenti, ma anche il divieto delle celebrazioni liturgiche e di intrattenersi nei tabacchi per giocare alle macchinette o agli altri giochi sui quali lucra lo stesso Stato che finge di combattere la ludopatia. Misure straordinarie che di fatto hanno trasformato Agnone in una zona rossa, che alimentano compiacimento da una parte, ma anche i malumori dei cittadini, di chi non ha uno stipendio o una pensione e se non lavora non mangia.
«Se non ricordo male nella nostra Costituzione, madre di tutte le leggi, decreti, normative o ordinanze, sono contenuti numerosi diritti fondamentali, tra i quali anche quelli del lavoro, della liberta di spostamento e non solo quello alla salute. – commenta un lettore sull’Eco – Non credo che durante questo periodo di “pandemia” nel nostro paese si siano avuti contagi dovuti alle celebrazioni liturgiche oppure durante le passeggiate lungo la panoramica e né frequentando parrucchieri, estetiste o altro. Ma sembrerebbe durante feste in casa. Non capisco questo accanirsi contro tutti e generalizzando sempre in modo da colpire l’intera comunità solo per l’eventuale “errore” di qualcuno. Mi devo aspettare, come prossima azione, che qualcuno entri nelle nostre case? Come la Gestapo o le Milizie Fasciste e Sovietiche?».
Chiaro il senso della protesta: se il contagio si è diffuso a causa di feste di laurea, compleanni e festicciole clandestine di carnevale e San Valentino, quindi durante eventi conviviali all’interno di abitazioni private, che senso ha chiudere gli spazi pubblici all’aperto, come appunto, piazze, strade e parchi giochi? Una domanda più che legittima alla luce della più elementare logica.
Per colpa di qualcuno, tra l’altro ben noto perché la voce corre di bocca in bocca in una piccola comunità come quella agnonese, ora pagheranno tutti. Pagheranno non solo in termini di limitazioni alla libertà personale, come ad esempio quella di passeggiare rispettando sempre il distanziamento interpersonale, ma anche in termini economici, perché la serrata ordinata da Daniele Saia avrà pesanti ripercussioni sugli affari di bar e ristoranti e altri esercizi commerciali.
E poi ci sono quelli con la pensione o lo stipendio statale in tasca che, comodamente adagiati in pantofole sul divano, dai social continuano a pontificare: «Chiudete tutto!».
Francesco Bottone