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  • Covid, da Poggio Sannita: “Attivare subito centro prelievo al Caracciolo”

    Il caso di positività al Covid-19 verificatosi nei giorni scorsi, all’interno di un istituto scolastico di Agnone, come facilmente prevedibile, sta avendo pesanti ripercussioni anche per i compagni di classe, da lunedì scorso posti in quarantena in attesa degli esiti di un tampone cui sono obbligati ma che non riescono a fare. L’obbligo di quarantena riguarda solo i compagni di classe e chi è stato a diretto contatto con l’alunno contagiato, ma si segnalano dappertutto sui social, come sui siti di informazione e sulla stampa le vibrate proteste e le situazioni di difficile e delicata gestione della quarantena da parte di interi nuclei familiari, chiusi in casa preoccupati e bombardati da notizie che h. 24 informano quasi esclusivamente della forte recrudescenza pandemica, in Italia e nel mondo.

    Un’attesa che si fa via, via più nervosa e sfibrante, non solo per l’agognato tampone ma anche per la ricerca di notizie certe per i comportamenti da seguire da parte dei componenti il nucleo familiare interessato. Come segnalato da una famiglia di Poggio Sannita, al quinto giorno di stressante attesa per il tampone e nell’incertezza sulla condotta da seguire per una corretta quarantena. Con le più diverse esigenze per ognuno dei suoi componenti, sia in relazione alla forzata clausura che alle attività lavorative quotidiane, per la presenza in famiglia di anziani e bambini che continuano a frequentare regolarmente altre scuole, anche da parte di soggetti sensibili che risentono maggiormente di questa situazione.

    Una mamma di famiglia, che vuole far sentire forte la sua voce: “Chiedo alle autorità competenti che si facciano, presto e bene, i tamponi che servono e che, oltre alle ‘solite’ raccomandazioni di indossare la mascherina, distanziarci e lavarci le mani, ci sia data corretta informazione sulla condotta da seguire in quarantena. Cioè – prosegue agguerrita la signora – non potete dirci fate i tamponi e non fate uscire i figli di casa se poi i tamponi non si possono fare o addirittura ne sbagliano l’analisi. Mi chiedo, se il tampone processato (quando riusciremo a farlo) risultasse positivo? In tutti questi lunghi giorni di attesa, non siamo certo rimasti tutti a casa”.

    Viene, inoltre, sottolineata la difficoltà del contattare le strutture sanitarie preposte: “Ho trascorso a telefono gli ultimi giorni, senza avere quasi mai le risposte che cercavo. La prima telefonata l’ho fatta al Servizio di Igiene Pubblica dell’Asrem di Agnone, da dove è partita la richiesta per i tamponi. Successivamente ho contattato il centro autorizzato per la raccolta dei tamponi in provincia di Isernia presso l’ospedale di Venafro, dal cui centralino dopo ore di attesa telefonica, mi hanno assicurato che entro la giornata di ieri (giovedì) o al massimo oggi avrei avuto notizie certe per data ed ora del tampone, ma nessuna comunicazione è seguita.

     Nel frattempo, sempre nell’intento di accorciare i tempi di attesa ho contattato anche il Centro di Medicina biomolecolare presso il “Cardarelli” di Campobasso, ma il telefono squillava a vuoto. Ditemi voi cosa devo fare e cosa devo pensare?” Preoccupazione, frustrazione e rabbia si addensano, resta la via che forse la maggior parte dei ragazzi sarà costretta a seguire. Fare cioè il tampone da privati a pagamento, domani in Agnone, a bordo di un’ambulanza equipaggiata. Ricordando le recenti promesse di un centro per i tamponi da realizzare presso il “Caracciolo” di Agnone, verrebbe da chiedersi: se non ora quando?

    Tonino Palomba

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