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  • Il ritorno di Iorio Robin Hood ad Agnone: “Toglieremo alle altre regioni per dare all’Alto Molise”

    AGNONE – Agnone non cambia e torna ad applaudire il mentore di sempre. Il paladino dell’ultimazione del nuovo ospedale, il promotore del III lotto della fondovalle “Verrino”, il Robin Hood che ha salvato il Punto nascita del “Caracciolo” e incarna la fiscalità di vantaggio, il moschettiere della legge sulla montagna. Il ritorno del condannato Michele Iorio ad Agnone, coincide con una sala di Palazzo Bonanni stracolma di gente, amministratori, ex assessori e sindaci, politicanti dell’ultima ora o di chi cerca gloria nelle stanze del potere. All’ultimo piano dello storico palazzo, c’è di tutto di più. Anche chi con temperature glaciali ha deciso di indossare un’ardita minigonna.

    Aboliremo l’Egam e faremo pagare l’acqua alle regioni limitrofe cosicché da finanziare la nostra sanità pubblica”. La frase finale in chiusura di comizio elettorale provoca un’ovazione, ma anche tanti maliziosi sorrisini. Leggermente appesantito rispetto l’ultima passerella estiva fatta con Antonio Razzi, Ulisse Di Giacomo e Peppino Astore al ‘San Francesco Caracciolo’, solito viso tondo da democristiano che cagiona tenerezza, Michele Iorio è tornato in Alto Molise spalleggiato da Teresio Di Pietro e Antonio D’Aimmo, rispettivamente candidati a Camera e Senato come l’ex governatore che intanto ne ha per tutti. Anzi per quello che definisce il ragionier Frattura e la sua coalizione.

    In cinque anni di governo – ha detto – sono stati in grado di distruggere quanto di buono fatto dal centrodestra che non ha chiuso un ospedale e che aveva una visione di sviluppo per il Molise e la sua gente”. Il riferimento va all’autostrada, che sempre a detta di Iorio, avrebbe svincolato il Molise dall’isolamento. “Grazie a Frattura e al suo governo – ha rimarcato il candidato al Senato con Noi per l’Italia – abbiamo perso 500 milioni per l’autostrada che aspettavano solo di essere appaltati per il primo lotto. Duecentocinquanta milioni mandati indietro per la gioia dei beneventani che con i fondi del Molise hanno potuto completare la Telesina.  Il tutto dopo che il centrodestra ha lottato per 10 anni affinchè potesse ottenere e mantenere quei fondi con i vari governi Berlusconi, Prodi, Monti, Letta… Frattura con la connivenza del governo Renzi li ha rimandati indietro conservando solo i finanziamenti per costruire la metropolitana leggera da Matrice a Bojano”.

    Vecchia volpe di un Michele Iorio che non si fa sfuggire l’occasione per rimarcare gli accordi di confine in ambito di sanità pubblica. “Fino a prova contraria inesistenti – dice alla numerosa platea – ma nel caso in cui ci fossero andrebbero a svantaggio dei molisani per favorire l’Abruzzo. Lo dimostra quanto accade per l’Emodinamica di Termoli che a sua volta dovrebbe cedere l’h24 a Vasto”.

    E per Agnone dice: “Noi non vogliamo un ospedale di area disagiata, bensì un ospedale di montagna (notate la finezza nella definizione, ndr) con servizi essenziali per i cittadini”. Arringa la folla Iorio che lo sta a sentire quasi ipnotizzata come ai bei tempi di Forza Italia quando riempiva il teatro Italo Argentino promettendo la luna nel pozzo. Stoffa da vendere, stoffa da campione, altro che centrosinistra per i quali i giudici avrebbero un occhio di riguardo. Non come lui: 19 assoluzione e una condanna, seppur non definitiva. Difende a spada tratta l’autonomia regionale il buon Michele.

    Quando sento candidati che chiedono di essere eletti per andare a Roma e  dire che il Molise deve tornare con l’Abruzzo, beh bisognerebbe farli restare a casa. Se invece saremo eletti noi, a Roma andremo per battere cassa e far riconoscere i nostri diritti che sono uguali agli abitanti del resto del Paese”. In seguito cala l’asso nella manica. E a Frattura e i suoi adepti ricorda. “Non hanno voluto far votare i molisani con le politiche pensando chissà cosa, un capriccio che oltre a costarci tre milioni di euro per le sole operazioni di voto, garantirà altri tre mesi di indennità ai consiglieri regionali”. Peccato che lui non ci sia, costretto a dimettersi per un reato urticante come quello dell’abuso d’ufficio. Ma c’è sempre la Cassazione. E vuoi che Iorio non stia già pensando alla ventesima assoluzione? Ma i giudici non dovevano favorire quelli del centrosinistra? Vabbè, questa è un’altra storia. Sta di fatto che ancora una volta Agnone e parte dell’alto Molise è tornata ad acclamare il suo mentore di sempre.

    Mau. d’Ottavio

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