«Partire è piuttosto facile, dare continuità ad una idea, ad una visione, invece, è decisamente più complicato. E questo vogliamo fare, ripartire con il secondo anno della Scuola dei scuola dei piccoli Comuni, qui a Castiglione Messer Marino, ma sull’intero territorio di confine tra Abruzzo e Molise». Rossano Pazzagli, docente dell’Università del Molise, e direttore della Scuola dei piccoli Comuni, il cui acronimo è “Spicco“, ha presentato così il secondo ciclo di studi e approfondimenti sulle buone pratiche poste in essere dagli amministratori locali per arginare lo spopolamento delle aree interne dell’Appennino.
Ospite della sindaca Silvana Di Palma, un’altra visionaria che ha voluto mettere su, senza finanziamenti specifici, una scuola di rango accademico per assicurare il diritto alla cultura anche in Alto Vastese, il professor Pazzagli ha illustrato il corposo programma del secondo ciclo di conferenze e di seminari laboratoriali.
«Non è affatto scontato che un piccolo Comune delle aree interne organizzi in proprio, dal basso, questo tipo di attività formativa. – ha spiegato – Lo scorso abbiamo seminato, come ha detto la sindaca Di Palma, ma abbiamo anche lanciato un segnale di vivacità culturale che è arrivato non solo qui intorno, in quel territorio che rappresenta la congiunzione “e” nella definizione di “Abruzzo e Molise”, ma anche altrove, allargandosi in tutta Italia. E alcune comunità hanno addirittura tratto spunto dai nostri incontri per incominciare a fare, a progettare, a mettere in pratica azioni per contrastare e rallentare lo spopolamento. Perché l’obiettivo della Scuola non è solo fare formazione, ma anche e soprattutto diffondere pratiche, non solo teorie dunque, ma appunto buone pratiche di rigenerazione delle aree interne. Per il nuovo anno di formazione abbiamo pensato a tanti argomenti che riteniamo strategici, ma non certo esaustivi. Perché non ci sono ricette precompilate per arginare lo spopolamento, ma processi da avviare e far durare nel tempo».
Uno degli obiettivi è quello di «restituire identità e funzioni ai territorio montani», come ha sottolineato Massimo Luciani, direttore dell’Anci Abruzzo, perché «nelle aree interne i Comuni sono lo Stato». Identità e funzioni sicuramente, ma alle zone interne vanno anche restituite e assicurate la dignità e la parità di trattamento rispetto agli altri cittadini italiani, visto che fino ad oggi «sono state private dei diritti costituzionali fondamentali», ha sottolineato Pazzagli, come dimostra il tema cruciale della cancellazione dei servizi, da quelli sanitari a quelli scolastici ed educativi, alla stessa mobilità.
«E’ la carenza dei servizi che alimenta lo spopolamento» ha scandito a chiare lettere Rossano Pazzagli. E comunque i “semi” sparsi lo scorso anno pare stiano effettivamente germogliando, visto che, come ha annunciato la sindaca Di Palma, in paese partirà a breve la Pro Loco e addirittura una cooperativa di comunità fatta interamente di mamme. Intanto la prima lezione della scuola è fissata per metà novembre sul tema “Abitare i paesi: qualità della vita e nuovi abitanti” con Marco Giovagnoli dell’Università di Camerino e il seminario laboratoriale con Paolo Teodori, sindaco del Comune di Ripe di San Ginesio, in provincia di Macerata.
Francesco Bottone
Per informazioni e iscrizioni su questo link
Il sito della Scuola dei piccoli Comuni è raggiungibile qui