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  • Congresso Pd, Caterina Cerroni al Venerdì di Repubblica: “Voterò chi sta più a sinistra. In Molise? Lavoriamo a intesa con M5S”

    In attesa del congresso nazionale del Pd, il Venerdì di Repubblica intervista Caterina Cerroni, presidente dei Giovani dem che spazia su vari temi: dall’alleanza con il M5S, ai problemi del Molise, passando per la Meloni e su chi voterà tra i candidati alla segreteria. Al collega Carmine Saviano, la 31enne agnonese parla anche di giovani, delle sue passioni e di una frase pronunciata nella prima riscrittura del manifesto fondativo del Pd dove cita Lenin.

    Cerroni, quindi al Pd serve Lenin, attacca Saviano.

    «Mamma mia…è un pò diverso».

    Diverso come?

    «In realtà citavo Chomsky sulle conseguenze del capitalismo che a sua volta citava Lenin. Senza teoria rivoluzionaria non può esserci pratica rivoluzionaria».

    Addirittura la rivoluzione?

    «Ho usato quelle parole per sottolineare quanto sia importante per il Pd elaborare una propria visione del mondo. E poi non è una critica diretta al manifesto dei valori del Pd del 2007. È cambiato il contesto storico e sociale: dobbiamo cambiare anche noi».

    Non si cambia senza autocritica.

    «Certo: molti impegni di quel manifesto sono stati disattesi. Penso alla parità di genere, alla crescita economica. Sui giovani c’è pochissimo».

    E questa è la teoria. Per la pratica? Rivoluzioniamo anche l’organizzazione del Pd?

    «Su questo versante c’è tanto da fare».

    La prima cosa da fare?

    «Trasparenza e coerenza sulle posizioni».

    Siete stati ondivaghi?

    «Ci siamo affidati più che ai nostri valori ai nostri leader, che hanno avuto visioni diverse. Questo ha creato confusione nei nostri elettori e tra chi partecipa alla vita di partito. Quando parlo di valori e identità non significa che voglio un partito più piccolo. Voglio una sinistra moderna che si pone l’obiettivo minimo di essere alla guida di una coalizione di centrosinistra e dell’Italia».

    Tra i candidati alla segreteria ha scelto già chi votare?

    «Ho sempre votato quelli più a sinistra. Ora presiedo la giovanile, devo essere equilibrata e rispettare la pluralità dell’organizzazione».

    Tra i candidati ci sono due donne.

    «Ne gioisco. La Schlein ha anche un profilo femminista, un contributo importante in un partito che ancora si deve aprire a queste dinamiche».

    Nel frattempo c’è una donna di destra a Palazzo Chigi…

    «Simbolicamente è importante. Ma immaginiamo una bambina che vede che c’è una donna che si fa chiamare ‘il presidente’ e che misura l’essere donna in relazione all’essere madre. E’ veramente così positivo?».

    Il PD tra i giovani non sfonda. E lei è la segretaria…

    «Siamo la giovanile di un partito di governo, c’era un pregiudizio nei nostri confronti. E ci ha spesso penalizzato il fatto di essere in governi di coalizione cioè di non essere percepiti come coraggiosi sulle nostre misure».

    Su che cosa è mancato il coraggio?

    «Sull’ambiente. I nostri coetanei ci hanno quasi accusato di greenwashing, anche se non è vero. Sul lavoro, poi: abbiamo cambiato troppo spesso la linea negli ultimi anni. E infine su una delle questioni che mi sta più a cuore».

    Quale?

    «Quella del voto ai fuorisede: non ci siamo riusciti. È una grande sconfitta».

    Anche lei è stata una fuorisede.

    «Sono molisana, ho studiato a Roma cavandomela con trasporti pubblici improbabili».

    Per le regionali in Molise si fa anche il suo nome come candidata alla presidenza.

    «Per adesso lavoro a una coalizione con i 5 Stelle».

    Fa politica da più di metà della sua vita.

    «Primo comizio nel 2006, avevo quindici anni. C’era Romano Prodi a Campobasso, costrinsi i miei genitori ad accompagnarmi».

    Che ne pensano del suo impegno?

    «Non l’hanno vissuta benissimo. Lo percepiscono con distanza. Soprattutto non capiscono

    perché anche nel fine settimana devo fare certe levatacce».

    Dopo quel comizio di Prodi?

    «A 19 anni mi sono candidata e sono stata eletta nel consiglio comunale di Agnone, la mia città».

    Gli amici che dicevano?

    «Mi vedevano come una extraterrestre».

    L’ultima candidatura, quella alle politiche di settembre, non è andata molto bene.

    «Che delusione. A causa dell’effetto Flipper del Rosatellum il mio seggio è andato a Bossi. È stata brutta: soprattutto perché in Molise erano già stati eletti Cesa e Lotito che con la mia regione non hanno nulla a che vedere».

    È più ambiziosa o più determinata?

    «Sono tenace».

    Su che cosa non molla?

    «Sulla sanità del Molise: non avrò pace fin quando sarà ancora commissariata».

    Politica ad ogni ora?

    «Ma no: ho una moto elettrica di cui sono orgogliosissima e da piccola suonavo la chitarra».

    Allora a proposito di musica: sostituiamo la Canzone Popolare con l’Internazionale?

    «Questa storia di Lenin non me la toglierò da dosso facilmente eh? Però, quanto mi piace Bella Ciao…»

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